Entro giugno verrà attuato il piano Transizione 5.0, finanziato con 6,3 miliardi di euro provenienti dal Pnrr. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, al termine dell’incontro con il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ha fissato una scadenza per rassicurare il sistema produttivo, confermando che il decreto attuativo è in fase di trasmissione ai ministeri interessati, ovvero il Ministero dell’Economia e il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Una volta ottenuto il consenso, il decreto passerà alla Corte dei conti e successivamente sarà pubblicato. Contestualmente, il ministero prevede di rendere operativa la piattaforma telematica per la gestione dei crediti d’imposta e il monitoraggio della misura. «Credo che entro il mese di giugno sarà tutto pienamente definito – prevede Urso – le imprese possono programmare i loro interventi e investimenti per la seconda metà dell’anno».
Il ritardo nell’attuazione dei crediti d’imposta 5.0 – introdotti con il Dl Pnrr quater approvato dal consiglio dei ministri il 6 febbraio – sta fortemente condizionando gli investimenti delle imprese, e la finestra temporale per accedere all’incentivo si sta restringendo. Sebbene l’agevolazione si applichi retroattivamente agli investimenti effettuati a partire dal 1° gennaio 2024, va considerato che le imprese avranno tempo solo fino alla fine del 2025 per completare l’acquisto del bene strumentale incentivato e, probabilmente, anche per metterlo in funzione e interconnetterlo con il sistema di gestione della produzione o con la rete di fornitura. Questo aspetto dovrebbe essere chiarito dal decreto attuativo. Inoltre, il provvedimento che il Mimit sta per inviare ai ministeri competenti dovrebbe includere almeno parzialmente anche i settori ad alto consumo energetico, inizialmente esclusi per effetto dei vincoli europei, in particolare le attività nell’ambito del sistema di scambio di quote di emissione dell’UE (Ets). Il Mimit ha dialogato con la Commissione europea per un’interpretazione meno restrittiva, e secondo Urso, proprio il protrarsi di questo confronto ha causato il ritardo nell’emanazione del decreto attuativo.
In generale, Urso ha definito l’incontro di ieri con la nuova presidenza di Confindustria come «un primo incontro costruttivo e propositivo», rilevando la condivisione degli obiettivi di politica industriale nazionale ed europea da parte dell’associazione. Durante l’incontro con Orsini, il ministro ha ribadito le priorità che la prossima Commissione UE dovrà avere, tra cui «la sicurezza economica dell’Europa in materia di energia, materie prime e difesa, in un contesto globale caratterizzato da crescenti fattori di rischio». Sono stati discussi anche altri temi nazionali di politica industriale, come la riforma degli incentivi alle imprese (i decreti delegati «sono in dirittura d’arrivo», ha detto il ministro) e l’automotive, con un allineamento sulla necessità di un accordo con Stellantis per portare la produzione italiana a un milione di vetture. Infine, è stata sottolineata la necessità di migliorare la capacità italiana di approvvigionamento di materie prime critiche, cruciali per i settori industriali coinvolti nella transizione digitale ed energetica, e le prospettive di impiego del nucleare di terza generazione avanzata, per poi passare alla quarta generazione e infine all’energia da fusione nucleare.